Esiste un’usanza nel Veneto (sopratutto nel Vicentino, nel Padovano e nel Trevigiano) nota con vari sinonimi, come Batter Marzo, Ciamar Marzo e Brusar Marzo.
Questa usanza vuol significare l’inizio del nuovo anno e il passaggio dall’inverno alla primavera, la vita dopo il letargo invernale.
Per la millenaria Serenissima Repubblica Veneta l’anno iniziava il 1° Marzo (come già per gli antichi Romani), mese dedicato a Marte, dio non solo della guerra, ma anche della natura e della fertilità; contava inizalmente solo 10 mesi (tanto che il 7° mese era settembre, l’8° ottobre, 9° novembre e il 10° dicembre; solo successivamente furono aggiunti gennaio e febbraio per dar conto al ciclo delle stagioni).
L’avvento al nuovo anno, secondo l’usanza, viene festeggiato andando per le strade del paese, facendo rumore con qualsiasi oggetto che emetta suoni (i suoni e i rumori risvegliano la terra addormentata dal gelo invernale) e facendo fuochi ( fertilizzano la terra e la preparano alla nuova semina).
Anche i Volontari del Centro, l’operatrice Comunale Nicoletta De Pieri, insieme agli ospiti del Centro diurno per Persone Disabili, in collaborazione con la Scuola Materna Paritaria delle Suore Sacramentine di San Pietro di Oriago, giovedì 9 febbraio hanno ospitato presso la nostra sede 44 alunni con i rispettivi insegnanti;i nostri nonni e i volontari hanno trasmesso le loro esperienza rispondendo alle domande dei bambini e raccontando le storie di memoria antica del Battar Marzo. Il giovedì successivo i nonni e i volontari hanno ricambiato la visita presso la loro scuola, il 7 marzo tutti insieme, alunni, insegnanti, genitori, nonni e volontari (si sono aggiunti dall’Associazione La Bella Età di Piazza Vecchia di Mira) sono partiti dal piazzale della scuola e sono andati al mercato settimanale di Oriago a Battar Marzo.
E’ stata un’esperienza bellissima, grazie all’iniziativa del Responsabile della stessa Scuola Sig. Tommasini Vasco.
Una bellissima iniziativa che servirà a tramandare ai posteri queste nostre antiche usanze. Da bambini andavamo di sera al buio per i campi a batter marzo armati di pentole e barattoli che sbattevamo con un bastone per fare rumore. Poi abbiamo cominciato a fare esplosioni con il “carburo” un gas l’acetilene che si sviluppava mettendo un po’ d’acqua su una zolletta di questo sale e che veniva accumulato in un bidoncino di latta. Bertino reggeva il recipiente e un’altro di noi con una candela dava origine allo scoppio. Questi erano i nostri riti antichi di propiziazione della primavera. Non c’ erano zucche teschi scheletri streghe e dolcetti scherzetti. L’america nonostante il piano Marchal era ancora lontana.
Carlo Gaiani Villanova di Camposanpiero graticolato romano